L'Atp cambia il medical timeout

In seguito alle numerose medicazioni per malanni veri o presunti, l'Atp ha deciso di porre un freno. Dal 2010 l’assistenza medica per crampi sará possibile solo tra un gioco e l’altro.

L’ATP Player Council, durante l’ultima seduta ordinaria tenutasi in occasione degli US Open, ha ratificato una modifica al regolamento che verrá introdotta a partire dal 2010 e che riguarderá le modalitá di richiesta di assistenza medica in caso di crampi. A partire da gennaio infatti non sará piú possibile sospendere l’incontro per ricevere cure mediche per crampi, ma bisognerá attendere la fine del gioco in corso.

L’annuncio di questa decisione arriva dopo che la settimana scorsa, durante il torneo di Shanghai, Marat Safin ha ravvivato la polemica su come i timeout medici vengano utilizzati da alcuni giocatori con fini tattici, per rompere il ritmo agli avversari e cambiare l’inerzia degli incontri. Dopo la sua sconfitta al terzo turno con il ceco Tomas Berdych, il russo apostrofó il rivale accusandolo di aver finto un infortunio per chiamare il fisioterapista ed interrompere cosí il gioco quando era in svantaggio, mettendo in dubbio la sua maturitá e la sua sportivitá.

La possibilitá di chiedere soccorso al medico in caso di crampi é stata introdotta dopo che nel 1995 il tennista giapponese Shuzo Matzuoka rimase praticamente immobilizzato in campo da un irrigidimento muscolare durante il suo incontro con Petr Korda agli US Open. Il giudice di sedia non poteva, da regolamento, autorizzare alcun aiuto a Matzuoka, per cui dovette di fatto “contarlo in piedi”, per usare una metafora pugilistica, fino a far finire l’incontro e permettere cosí l’intervento del medico. A seguito di quell’episodio si levó una protesta di addetti ai lavori, tifosi e della comunitá medica che giuicarono pericoloso per la salute degli atleti il rifiutare assistenza medica a chi si trovasse in condizioni cosí serie. Di conseguenza, l’anno seguente vennero approvate regole molto meno restrittive sul tipo di infortuni che danno diritto al timeout medico, aprendo cosí la porta all’abuso di questa possibilitá per interrompere il normale corso degli incontri. Giá nel 2005, quando la finale degli Australian Open tra Lleyton Hewitt e Marat Safin vide un paio di injury timeout chiamati per motivi che sembrarono piú strategici che di salute, si inizió a discutere dell’opportunitá di cambiare le regole, ma l’opposizione soprattutto della comunitá medica convinse l’ATP a mantenere la normativa cosí com’era.

E’ ovvio che se i giocatori hanno la possibiltá di usare le regole a loro favore per influenzare l’andamento di un incontro sicuramente se ne avvarranno: soprattutto nel circuito femminile, nel corso delle ultime stagioni si é assistito ad un utilizzo delle pause fisiologiche per motivi piú tattici che non “idraulici”, cosa che ha indotto la WTA ad introdurre regole piuttosto rigide sulla tempistica delle uscite dal campo.

La maggior parte della critica é sempre stata in generale a favore di un ritorno al passato per quanto riguarda le regole sull’injury timeout, sostenendo che la condizione fisica rappresenta una componente importante delle qualitá di un tennista, e l’utilizzo strategico delle soste mediche, cosí come la possibilitá di ricevere trattamenti in caso di crampi, fornisce un vantaggio a chi ha una condizione fisica peggiore.

Sará quindi interessante vedere come le nuove regole verranno accolte dai giocatori durante i primi tornei del 2010, che normalmente si disputano in condizioni climatiche molto probanti e che dunque costituiranno un valido banco di prova per la nuova normativa.

E' un inizio, ma la stanno prendendo alla lontana...