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Davis Cup 2010

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2010 11:57
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21/09/2010 11:55

Ecco a voi una bella analòisi di Diego Nargiso

DOVE ANDIAMO?
Dieci anni fra inferno e purgatorio. E all’orizzonte, solo nubi cariche di altri acquazzoni, che non ci fanno più ammirare il fascino del cielo “azzurro”

Ma quale occasione buttata? Pensare che l’Italia sia per l’undicesimo anno consecutivo costretta a giocare la serie B (nel 2004 anche l’inferno della serie C) della Coppa Davis per colpa di un doppio sfortunato vuol dire nascondersi dietro un dito, e non guardare in faccia la realtà. Una realtà che mi rende inerme, attonito, perché le sconfitte dell’Italtennis maschile denotano anno dopo anno una mancanza di progettualità e di un’univoca volontà di riportare la nostra squadra dove è stata per tutta la sua storia, e cioè fra le migliori del mondo. I risultati non vengono da esperimenti, o da espedienti, ma vanno voluti con determinazione e dedizione, perché la maglia azzurra è – o dovrebbe essere – un motivo di orgoglio per chi la indossa e per chi ne è il custode istituzionale.

Il doppio come emblema del caos. Contro una nazione che poteva schierare il numero 5 del ranking mondiale sapevamo che era fondamentale aggiudicarsi la prova di coppia per sperare nel ritorno nel World Group I. Per mesi il capitano Barazzutti avrà pensato all’importanza del tandem da schierare. Ma allora perché Bolelli e Starace durante la stagione hanno giocato 8 volte insieme (i tre impegni di Coppa Davis, tre turni agli Internazionali d’Italia e due turni nell’Atp di Umago), con la miseria di un solo match disputato sul veloce (nel secondo round contro l’Olanda)?

La struttura della Coppa Davis dà un’enorme importanza al doppio. Vincere il sabato mette pressione agli avversari, costretti ad imporsi in entrambi i singoli della domenica, e può addirittura chiudere definitivamente i giochi. Un progetto ben chiaro implica inevitabelmente la scelta di una (1!) coppia. Si deve parlare con i due prescelti, e gli si deve far capire che per trovare l’affiatamento in ottica Davis devono giocare, giocare, giocare. Non una manciata di match all’anno, ma tanti, tantissimi incontri. Altrimenti non si crea sinergia, non si comprendono i movimenti del compagno, nè tantomeno le tattiche da intraprendere. Abbiamo portato in Svezia Daniele Bracciali. E che l’abbiamo portato a fare? Non certo a fare la riserva per il singolare, dato che l’aretino manca dal tennis che conta da parecchio tempo. L’abbiamo portato perché – presumo, ma non posso giurarlo – può giocare il doppio con Potito Starace, con il quale ha fatto coppia in quest’ultimo scampolo di stagione. Ma fosse solo un problema di doppi, allora staremmo “alla grande”.

Un passato recente, fra screzi e grandi vittorie Da dieci anni manchiamo nel World Group I. E cosa ha fatto la Federazione in questi dieci anni per riportare la squadra in serie A? Quello che ha fatto mi rimane oscuro, ma secondo la mia opinione quello che sicuramente non ha fatto è creare una coesione d’intenti. Nella mia lunga esperienza con la nazionale abbiamo avuto dei rapporti non sempre idilliaci, e a volte si è arrivati allo scontro. Un anno (1994) io e Canè fummo messi da parte dall’allora capitano Adriano Panatta per motivi disciplinari, avendo avuto incomprensioni all’interno del gruppo. Ma ci siamo chiariti, per il bene della nazionale, e perché avevamo bisogno l’uno dell’altro. Io morivo per vestire la maglia azzurra e quando sentivo l’inno ero pronto a tutto per dare il massimo. Giocavo per il mio Paese, quale gratificazione maggiore? E così era per tutti i miei compagni. Le due semifinali del 1996 e 1997 e la finale del 1998 (con Bertolucci in pachina) sono fra i ricordi più intensi della mia carriera, e se Andrea non si fosse fatto male nell’incontro con Norman, saremmo diventati Campioni del Mondo. Ma noi lavoravamo insieme tutto l’anno, ci preparavamo per la Davis, sacrificando anche tanto della nostra carriera da professionisti. Quando Panatta ebbe l’intuizione di farmi giocare il doppio con Gaudenzi, in molti lo presero per pazzo. Noi invece lo seguimmo ( e la fiducia ci venne data in seguito anche da Paolo Bertolucci), e cominciammo dalle qualificazioni dei tornei minori, perché Andrea non aveva classifica nella specialità. Match dopo match trovammo la nostra sintonia, togliendoci soddisfazioni come la vittoria a Casablanca, molte finali Atp e soprattutto tanti trionfi con la maglia azzurra. Facemmo dei sacrifici, e nei primi tempi avemmo qualche screzio, ma le vittorie ci unirono, e ne valse davvero la pena.

Fit, padre padrone che non gratifica i suoi figli. Quello che vedo oggi dall’esterno, è invece un gruppo tutt’altro che proiettato verso uno scopo comune. Ogni anno c’è un tennista che abbandona, un altro che viene cacciato, un altro che ritorna. E la Federazione non riesce ad avere un rapporto sano e di reciproco rispetto con gli atleti. Sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista professionale. E quando mi riferisco alla professionalità, mi riferisco anche e soprattutto al lato economico. Non prendiamoci in giro, la diaria non è un incentivo. Per come viene inteso il tennis oggi, o si dice ai giocatori di lavorare insieme per l’obbiettivo, magari anche gratis, ma garantendogli un ritorno a risultato centrato. O si dà ai tennisti un corrispettivo di quello che guadagnerebbero se andassero in giro per tornei, pattuendo eventuali bonus per il ritorno in Serie A. In entrambi i casi, i nostri ragazzi si sentirebbero incentivati e responsabilizzati, e non usati per uno scopo che – ripeto – dopo dieci anni non riesco ancora a capire.

Capitano allo sbaraglio. Se la Fit ha le sue colpe, non può certo dirsi immune da critiche Corrado Barazzutti. Dal 2001 ha cambiato la squadra continuamente, non trovando mai nè giocatori su cui fare totale affidamento (Luzzi, Volandri e Starace le uniche eccezioni) nè una coesione di gruppo. Lo stesso capitano però, ha dalla sua una fantastica storia con le ragazze di Fed Cup, con le quali ha trovato la giusta sinergia e due titoli mondiali. Ma quando si ha in squadra una top ten come Francesca Schiavone, una top 20 come Flavia Pennetta, una giocatrice di talento come Roberta Vinci e una lottatrice come Sara Errani – ultima arrivata ma subito accettata dal resto del gruppo – è lineare che si lotti ogni anno per la Coppa. Cosa sta facendo invece Corrado Barazzutti per il team maschile? Ogni anno si crea un problema, i giocatori vengono minacciati e allontanati, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Poi ci lamentiamo se andiamo in Svezia e non facciamo risultato. Per quanto riguarda la trasferta di Lidkoping, ho già parlato dell’importanza del doppio – questione però più ampia di una singola partita – ma c’è un’altro interrogativo che mi ha lasciato perplesso. Soderling è un tennista di un’altra categoria – non ci piove – ma è anche uno “sparatutto”, che può accusare cali di prestazione se il suo potente braccio va fuorigiri. Perché allora opporgli nel singolare decisivo un tennista come Simone, che ha caratteristiche simili allo scandinavo – e che quest’anno non ha mai giocato un tre su cinque – invece di Potito Starace, che con il suo tennis molto più vario avrebbe potuto dargli qualche fastidio in più?

Il futuro. Quando le cose vanno male, di solito la medicina che si prende per prima è un nuovo allenatore. Barazzutti sta facendo molto bene con le ragazze, ma nella Davis siamo impantanati, e all’Italtennis maschile serve qualcuno che si dedichi alla causa 365 giorni l’anno. Se ci dovesse essere un cambio – ma non credo – vedo molto bene sulla panchina azzurra sia Renzo Furlan che Gianluca Pozzi. Sono due uomini di campo, hanno costruito la loro brillante carriera con il duro lavoro, e godono del rispetto dei giocatori. Ma il problema del nostro tennis di squadra non è solo l’allenatore, ma soprattutto il governo federale, che da un decennio a questa parte ha depauperato il prestigio della maglia azzurra.
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21/09/2010 12:37

molto bella questa analisi, son d'accordo in tutto e per tutto con lui
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21/09/2010 22:36

Accuse a Federer Svizzeri infuriati

Per la prima volta, stampa e tifosi elvetici sono molto duri con Roger, dopo il forfait per lo spareggio di Davis perso con il Kazakhstan: "Sua Maestà non si è abbassato a salvarci dalla retrocessione, la Federazione gli dia un ultimatum. E' un egoista che pensa solo agli spot, si occupi delle sue gemelle e della coltivazione dei fiori".


La retrocessione dopo lo spareggio con il Kazakhstan non è stata ben digerita nella tradizionalmente pacifica Svizzera, che ha dissotterrato l’ascia da guerra. Per la prima volta gli addetti ai lavori e il pubblico hanno messo sotto accusa Roger Federer senza mezzi termini, parlando di "egocentrismo" e "tradimento". Al fuoriclasse di Basilea non è stato perdonato il forfait in Coppa Davis per la sfida di Astana, dove Wawrinka e Chiudinelli (più Allegro in doppio) sono stati travolti 5-0 dai kazaki racimolando complessivamente due soli set. A partire dal 2005 Federer non ha più disputato il primo turno, ma non era mai mancato allo spareggio di settembre per mantenere il suo Paese nel World Group. Lo sa bene l’Italia, che l’anno scorso a Genova se lo trovò davanti nonostante fossero passati solo pochi giorni dalla finale persa agli Us Open contro Del Potro. Stavolta invece Federer ha cambiato programma e ha preferito riposare invece di sobbarcarsi la lunga trasferta, annunciando la propria indisponibilità solo 48 ore prima dell’inizio della sfida.

Proprio la mancanza di chiarezza gli viene rimproverata dal connazionale Marc Rosset, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992: "Il suo atteggiamento dà adito a pettegolezzi di ogni tipo, c’è chi dice che sia stata Mirka a convincerlo a non andare in Kazakhstan. Perché non spiega una volta per tutte ciò che intende fare? Per la nostra Federazione, la Davis ha sempre costituito uno dei principali introiti da investire per la crescita dei giovani. Anche Federer, da ragazzo, se ne è giovato. Quando si riceve, bisogna anche contraccambiare, no?". Un altro intervento critico è quello di Georges-André Carrel, responsabile sportivo dell’università di Losanna e voce molto autorevole: "Federer ha spesso ripetuto che la vittoria in doppio con Wawrinka ai Giochi di Pechino gli ha permesso di superare un momento difficile. In segno di riconoscenza nei confronti del suo compagno, sarebbe dovuto andare a giocare lo spareggio. Superato da Nadal e minacciato dai giovani rampanti, ha sviluppato un’autoprotezione che lo spinge a pensare solo a se stesso". Più benevolo Claudio Mezzadri, ex numero 26 Atp, ora commentatore della tv svizzera: "Non me la sento di criticarlo, la settimana scorsa probabilmente sarà l’unica, da qui alla fine dell’anno, che ha potuto trascorrere insieme alla moglie e alle gemelline".

Un’entrata a gamba tesa senza precedenti arriva dalle colonne della "Tribune de Genève", che dedica alla questione un articolo molto polemico, sostenendo che la Federazione elvetica deve dare un ultimatum a Federer: prenda una decisione definitiva e dica chiaramente se il prossimo anno sarà disponibile o meno per la Davis. "La nostra squadra ha dovuto aspettare fino a mercoledì – scrive Bernard Andrié – per sapere se Sua Maestà si sarebbe degnato di abbassarsi a giocare per la sua nazionale. Pensate che Chiudinelli possa preparare serenamente uno spareggio così delicato, senza sapere fino all’ultimo se sarà titolare o riserva?". E ancora: "Nel 2011 penserà Wawrinka a farci sognare, mentre Federer potrà tranquillamente tornare a occuparsi delle gemelle e alla coltura dei fiori. In Davis ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo: ha chiesto e ottenuto la testa di due capitani, Hlasek e Rosset, per rimpiazzarli con suoi amici". Frasi molto pesanti, mai sentite nei confronti del campione elvetico.

E nei forum? I tifosi svizzeri sono divisi. Alcuni lo difendono e chiedono di lasciarlo in pace, sottolineando che lo sport rossocrociato ha ricevuto enormi vantaggi dalla presenza pluriennale di Federer in vetta al tennis mondiale. "Roger è il nostro miglior ambasciatore – si legge –. Se un americano sa individuare la Svizzera su una carta geografica, è grazie a lui". Altri però dissentono: "E’ un egoista che pensa solo agli spot pubblicitari e non ha rispetto per la bandiera". Nessuno è profeta in patria...
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22/09/2010 20:30



2011


WORLD GROUP

Serbia vs India
Svezia vs Russia

Repubblica Ceca vs Kazakistan
Argentina vs Romania

Cile vs Stati Uniti
Belgio vs Spagna

Croazia vs Germania
Austria vs Francia

EURUOPA/AFRICA - GRUPPO I

Israele bye
Polonia bye

Italia bye
Slovenia-Finlandia

Ucraina-Olanda
Sud Africa bye

Portogallo – Slovacchia
Svizzera bye

(contro la Finlandia giocheremmo in trasferta, con la Slovenia ci sarebbe il sorteggio).
[Modificato da Grifone HHH 86 22/09/2010 20:31]
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è andata bene.
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eh si per la finlandia/slovenia è un ottimo sorteggio...
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Re:
.tommy82., 21/09/2010 12.37:

molto bella questa analisi, son d'accordo in tutto e per tutto con lui



Io pure anche se ho un paio di appunti.

1) E' giusto criticare la scarsa coesione e sintonia del doppio italiano, ma fino ad un certo punto, perchè anche gli svedesi non giocano quasi mai insieme, eppure hanno vinto. La ragione è semplice: loro fanno solo i doppisti, gli italiani (provano a fare, con scarsi risultati) i singolaristi.

2) Ok, è vero che l'Italia non ha un movimento tennistico di alto livello, ma è anche vero che non è l'unica. Anzi, forse sono di più le squadre che puntano sui singoli che non su un lavoro di gestione e valorizzazione dei "vivai".
Cioè voglio dire, l'anno scorso o due anni fa, non ricordo bene, Israele è arrivato in semifinale con Dudi Sela...DUDI SELA...la stessa India si affida a Bopanna e Devvarman (oltre ai doppisti, ma quelli sono troppo forti), giocatori che Starace, Fognini e Bolelli non sarebbero in grado di battere?
Per non parlare del Brasile, della Svizzera, del Belgio, dell'Australia, dell'Austria...

Queste compagini hanno disputato e disputano tranquillamente il World Group, e l'Italia non potrebbe far loro compagnia?
Non significherebbe nulla, ma intanto arriviamoci e poi ne riparliamo.

E il fatto che, invece, non riusciamo nemmeno a superare la Serie B è ancora più deprimente...


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Re: Re:
Grifone HHH 86, 18/09/2010 19.34:




se barazzutti schierava bracciali, contro questi due si vinceva massimo in 4..

non capisco cosa ci faccia ancora li..



ATP San Pietroburgo: Doppio. Starace-Bracciali vincono il torneo russo. Battuti in finale Bopanna-Qureshi

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Davis:biglietti per finale venduti in 2h
(ANSA) - BELGRADO - Sono andati esauriti nell'arco di due ore tutti i biglietti per la finale di Coppa Davis tra Serbia e Francia che si giochera' a Belgrado dal 3 al 5 dicembre. Alla sfida saranno presenti 19.394 persone, capienza massima dell'Arena di Belgrado. I quotidiani 'Politika' e 'Vecernje Novosti' scrivono di 'interesse oltre ogni previsione', anche collegato alla presenza di Novak Djokovic, n.3 del ranking mondiale, che spera di poter alzare davanti ai suoi tifosi la sua prima 'insalatiera'.

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Ok chi vince??
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serbia..

anche se tiptip se n'è andato in viaggio di nozze (tanto gioca solo il doppio)
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Re:
Grifone HHH 86, 18/11/2010 16.27:

serbia..

anche se tiptip se n'è andato in viaggio di nozze (tanto gioca solo il doppio)




Io credo vincerà la Francia
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02/12/2010 13:52

_A meno di infortuni o sorprese dell'ultim'ora il sorteggio della finale di Coppa Davis, che si svolgerà quest'oggi verso l'ora di pranzo, farà uscire il nome di Gilles Simon come secondo singolarista del team francese, e dunque avversario di Novak Djokovic nella giornata di venerdì.

Secondo l'Equipe, il capitano transalpino Guy Forget avrebbe preso la decisione già martedì sera, comunicandola ai due interessati nelle loro camere, ma la notizia non era ancora trapelata per mantenere la suspense.

Alla base di questa scelta, si presume, stanno la velocità della superficie -definita " intermedia", con palline che tendono a diventare lente durante lo scambio- e la voglia di preservare Michael Llodra per il cruciale doppio di sabato.

A proposito del doppio, i giornalisti serbi - sulla base di una telefonata intercettata dell'allenatore serbo Niki Pilic -si dicono sicuri del fatto che Novak Djokovic non vi prenderà parte, preservando dunque le sue energie per i due singolari.

fonte:ubitennis

Probabilmente la superficie non deve essere troppo veloce.

Invece la Serbia opta per Tipsarevic.
Quindi, domani: Tipsarevic-Monfils e Djokovic-Simon
[Modificato da =tna4ever= 02/12/2010 13:53]
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02/12/2010 15:01

DAVIS CUP FINAL 2010



vs

Belgrade Arena (Srb), 3-5 Dicembre 2010



Venerdi 3 Dicembre
I. JANKO TIPSAREVIC vs GAEL MONFILS
II. NOVAK DJOKOVIC vs GILLES SIMON

Sabato 4 Dicembre
III. VICTOR TROICKI/NENAD ZIMONJIC vs MICHAEL LLODRA/ARNAUD CLEMENT

Domenica 5 Dicembre
IV. NOVAK DJOKOVIC vs GAEL MONFILS
V. JANKO TIPSAREVIC vs GILLES SIMON
[Modificato da Iceman.88 02/12/2010 15:08]
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trovo giusta la scelta di far giocare simon e preservare llodra che deve giocare il doppio e forse anche un singolare.

proprio il doppio potrebbe essere decisivo.

LIVE STREAMING

www.federtennis.it/supertennis/
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61 76 60

tiptip è rimasto in viaggio di nozze..
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Scelta deleteria del capitano serbo. Troicki ha disputato un gran finale di stagione, e meritava sicuramente di giocare più di TipTip.

Concordo con Grifo su Llodra. Nella seconda partita, però, deve assolutamente schierarlo.
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Re:
giuseppe liucci, 03/12/2010 18.21:

Scelta deleteria del capitano serbo. Troicki ha disputato un gran finale di stagione, e meritava sicuramente di giocare più di TipTip.

Concordo con Grifo su Llodra. Nella seconda partita, però, deve assolutamente schierarlo.




forse il ragionamento è stato lo stesso, visto che victor non aveva possibilità contro nole e che forse giocherà il doppio (è in ballottaggio con nole stesso).

cmq : tutto va come deve andare (cit)

1-1 dopo la prima giornata 63 61 75 il punteggio in favore di nole
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Troicki con Zimonjic
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04/12/2010 19:51

I francesi vincono 3-2 in rimonta.

63 76 per Zimojic/Troicki, poi nel terzo e nel quinto Llodra/Clement brekkano al primo gioco gli avversari, mentre nel quarto set il break decisivo è avvenuto sul 5-5.

Da quello che ho letto, cmq, se va a finire male Troicki non dormirà per mesi...

Domani Djokovic-Monfils è decisiva, la Serba nelle mani di Nole.

Se riesce a battere un Monfils mezzo infortunato (CLICCA), poi toccherebbe a Tipsarevic giocarsi il tutto per tutto con Simon.
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