Undicesima classificata
"I can't let you go. I want you in my life" di CLAU84/dark_witch
Fandom: The Vampire Diaries
Punteggio: 37/50
Correttezza formale: 8/10
A livello formale, gli errori non sono molti né particolarmente gravi e riguardano perlopiù la punteggiatura. Mentre ci sono alcuni periodi decisamente troppo lunghi, dove abbondano le virgole anche a discapito di altri segni d'interpunzione che avrebbero reso la lettura decisamente più piacevole, in altri casi ho riscontrato proprio la mancanza di virgole, soprattutto all'interno dei discorsi diretti. A questo proposito potrei farti più di un esempio.
- Solo punch analcolico dovresti saperlo! → Solo punch analcolico, dovresti saperlo!
- Fantasia zero Bonnie! → Fantasia zero, Bonnie
- Una diavoletta non si capisce? → Una diavoletta, non si capisce?
- Non ti lascerò Caroline! → Non ti lascerò, Caroline!
C'è una frase in cui la scelta del verbo non mi convince, perché va a cozzare con il significato della proposizione stessa:
“Era contenta di rimanere la semplice ragazza della porta accanto, ma il destino aveva scelto per lei.” Credo che tu intendessi dire, concettualmente, qualcosa come
“Sarebbe stata contenta di rimanere la semplice ragazza della porta accanto, ma il destino aveva scelto per lei.”
Al contrario, questo periodo sembra essere mutilo: Solo lui sarebbe stato in grado di ascoltarla, di farla sentire al sicuro, protetta, ma non potevano. La domanda sorge spontanea: non potevano cosa? Presumo stare insieme, ma avresti dovuto specificarlo.
“Ma i singhiozzi di Caroline avevano ripreso con più forza.” Il verbo riprendere è usato impropriamente, avresti dovuto dire “erano ripresi”.
Qui, invece, manca il soggetto:
“Probabilmente sarebbe stata l'ultima volta tra le sue braccia.”
“Non doveva essere ricambiata perché amarsi significava poter morire molto prima del tempo, perché era fisicamente, chimicamente, innaturalmente impossibile.” Penso intendessi “naturalmente”, e che questo sia un errore di distrazione, altrimenti la frase non fila.
Scrivi poi “17 anni”, mentre i numeri vanno sempre indicati a parole, non con le cifre, quindi avrebbe dovuto essere “diciassette anni”.
Personalmente, inoltre, non capito i motivi che ti hanno spinta ad utilizzare il trapassato prossimo per la narrazione, anziché il passato remoto, tuttavia non ci sono errori di consecutio temporum e il tempo usato si mantiene lo stesso per tutta la storia, perciò questa scelta ricade più che altro sotto l'aspetto stilistico. Stesso discorso per l'assenza di punti a capo: l'uso della punteggiatura è qualcosa di molto soggettivo, ma credo che non andare mai a capo – tranne che nei discorsi diretti – per un'intera storia sia un po' esagerato.
Stile: 7/10
Mi riaggancio a quanto detto nel paragrafo precedente per cominciare a parlare dello stile: non ho particolarmente apprezzato né la scelta di non andare a capo né quella di usare solo il trapassato prossimo. Il trapassato si usa per esprimere anteriorità rispetto a qualcosa e, mancando questo termine di paragone, il lettore resta sempre con il fiato sospeso, aspettando il salto ad un altro livello temporale. In realtà, il trapassato andava benissimo per le prime righe della storia, in cui Caroline rimuginava su quanto avvenuto precedentemente; nel momento in cui passa a parlare con Liz, tuttavia, saresti dovuta passare al passato remoto, sarebbe stato decisamente più corretto.
Ugualmente, ci si aspetta un punto a capo, che stacchi un paragrafo dall'altro.
Ciò che maggiormente salta all'occhio a livello stilistico, però, sono i periodi spesso troppo lunghi o troppo contorti per risultare fluidi. In più punti si ha l'impressione che tu non abbia scelto il modo migliore di esprimere un concetto, o perché non sei riuscita a trovare le parole giuste per farlo, o perché ti sei fatta prendere la mano da ciò che stavi scrivendo fino a creare frasi decisamente troppo lunghe. Come esempio di questa seconda tendenza, ti posso citare la conclusione della storia, che, anziché essere efficace – il finale dovrebbe essere particolarmente incisivo – è piuttosto contorta:
“Si dice “la quiete dopo la tempesta” e Tyler e Caroline erano esattamente la quiete, però ancora nel mezzo della tempesta, ma a loro andava bene così, niente era stato normale tra loro due e anche se quel momento sarebbe stato diverso, se lo sarebbero ricordato per sempre.”
L'impressione che ne riceve il lettore è quella che tu abbia voluto esprimere troppi concetti in una sola frase, in una maratona di parole che si rincorrono l'un l'altra che quasi fa venire il fiatone a chi legge.
Per quanto riguarda invece il tipo di frasi in cui la scelta dei vocaboli non risulta delle più felici, ti cito uno dei periodi iniziali, nel quale stonano un paio di espressioni:
“Aveva lasciato Matt, aveva creato un'amicizia con Tyler che dopo poco aveva dovuto allontanare a causa del loro essere nemici mortali, come la madre le aveva ripetuto spesso.”
Saltano all'occhio sia il “aveva creato un'amicizia” (perché? Avresti potuto dire la stessa cosa in mille modi più efficaci. Sarebbe bastato un semplicissimo: “si era avvicinata a Tyler” o “era diventata amica di Tyler” etc), sia, soprattutto, il “a causa del loro essere nemici mortali”. Insomma, l'intera frase non fila, vi si legge dietro un certo impaccio nel trasporre il pensiero su carta.
Al contrario, vi sono anche frasi che mi hanno colpito in positivo e che ho trovato particolarmente adatte a Caroline, come, per esempio:
“Aveva accettato tutto, ma in fondo al cuore aveva un buco enorme, che si allargava ogni qual volta un suo desiderio non veniva realizzato, ogni volta che doveva lasciar andare chi amava.”
“Per un animo come il suo, la solitudine e l'eternità non erano un'ottima compagnia.”
Insomma, si può dire che la storia non ha, stilisticamente parlando, un andamento omogeneo: accanto a frasi degne di nota se ne trovano altre poco chiare o troppo lunghe, complice un utilizzo della punteggiatura che abusa della virgola.
Originalità: 7.5/10
Per costruire la trama della tua fic, praticamente ti sei attenuta agli spoiler sulla terza stagione che sono circolati per tutta l'estate: Caroline e Tyler come Romeo e Giulietta, divisi dalle famiglie. E qui, in effetti, i due protagonisti non possono stare insieme perché ad opporsi sono Liz e Carol. La domanda che sorge spontanea è: perché? Perché sono nemici per natura: questa è stata più o meno la tua risposta, e, devo dire, non mi ha convinto un granché.
Alle anticipazioni date dai produttori non hai aggiunto molto di tuo e la trama, di conseguenza, si regge su basi non troppo solide. Avrei preferito, da parte tua, un po' più di inventiva, che avrebbe reso la storia sicuramente più interessante.
Caratterizzazione dei personaggi: 7.5/10
Caroline, protagonista della storia, a tratti mi ha convinto e a tratti no. Ho trovato alcune sue riflessioni – come quelle espresse dalle frasi che ti ho messo in evidenza prima – particolarmente calzanti, come il suo desiderio di tornare ad essere una ragazza normale e di poter avere un futuro come quello di tutti gli altri. Viceversa, mi è sembrata un po' troppo debole sotto altri aspetti: Caroline è una ragazza molto forte, l'ha dimostrato in più di un'occasione. Ha mantenuto un contegno dignitoso nei momenti più difficili ed è sempre riuscita a tornare con il sorriso sulle labbra; per questo, in alcuni passaggi, la sua caratterizzazione mi ha lasciato un po' perplessa. Il suo crollo emotivo è legittimo, ma forse poco contestualizzato. E, infine, permettimi una pignoleria. So di essere una nerd assurda quando si parla di The Vampire Diaries – e in particolare di Caroline – ma proprio non posso fare a meno di farlo: nella storia dici che Caroline si è sempre vestita da principessa ad Halloween, affermazione che, se può essere coerente per la sua infanzia, non risulta valida se riferita ad un passato più recente, perché lo scorso Halloween era vestita da strega, come si vede nella puntata 1x07.
Il discorso sui costumi mi porta a farti un altro appunto a livello di caratterizzazione. Sai chi mi ha convinto meno tra tutti i personaggi? Liz Forbes. Anche se compare solo in un paio di righe, quella sua unica battuta mi è sembrata davvero poco da lei: per quanto madre e figlia abbiamo consolidato il loro legame dopo la fine della seconda stagione, non ci vedrei proprio lo sceriffo a far allargare i vestiti a Caroline. Non è mai stata una madre molto presente a causa del suo lavoro, e non credo che farebbe mai qualcosa del genere: i modi in cui dimostrerebbe il suo affetto materno penso sarebbero altri.
Concludendo con Tyler, anche lui mi ha convinto per metà: non compare moltissimo, quindi non posso dare un giudizio preciso, ma mi è sembrato... distante. Le sue battute mi sono sembrate un po' prefabbricate, il suo comportamento troppo idealizzato, quasi non fosse tanto importante il personaggio in sé quanto il ruolo che svolge. Come nel caso di Caroline, c'è anche qualche frase che, al contrario, ho trovato molto adatta al personaggio. Ti cito questa, che mi ha colpito molto:
“Sentiva la ragazza tremare tra le sue braccia e qualunque cosa potesse dirle, sapeva che non sarebbe stato in grado di aiutarla, perché la paura che provava Caroline era la sua stessa paura: ritornare ad essere solo.”
Utilizzo del prompt: 4/5
Il prompt è inserito molto bene, e il suo valore è stato sottolineato dal fatto che – come hai spiegato in un'altra delle tue frasi migliori – la bufera non sia solo all'esterno ma anche all'interno di Caroline, sopraffatta dai suoi sentimenti in tumulto. Tuttavia quella da te descritta ha i connotati di una tempesta, più che di una bufera: per questo motivo non ti ho assegnato il punteggio pieno.
Gradimento personale: 3/5
Nonostante in questo giudizio ne abbia messo in evidenza i punti deboli, questa storia non mi è dispiaciuta. Si trova così in basso in classifica solo perché lo standard di questa competizione è molto alto (e perché io sono molto puntigliosa, lo ammetto). In generale, la fic è un alternarsi di parti più e meno riuscite, sia a livello stilistico che contenutistico. La mia impressione complessiva è che un'elaborazione più meditata avrebbe portato ad un risultato nettamente migliore: in diversi punti si nota che la storia è stata scritta molto di getto. Riflettendoci un po' di più sopra, sicuramente alcuni passaggi sarebbero stati più fruibili e la trama avrebbe avuto maggior forza.
Tuttavia ci tengo a precisare, ancora una volta, che difficilmente in un altro contest una storia di questo livello occuperebbe questa posizione in classifica: la “colpa”, per così dire, è delle altre partecipanti. Spero che, nonostante in questo giudizio mi sia concentrata molto su ciò che non andava nella fic, sia chiaro a tutti che questa è comunque una storia più che meritevole di essere letta!
Totale: 37/50
***
Decima classificata
"Riflettori puntati" di xAlisx
Fandom: Pretty Little Liars
Punteggio: 39,5/50
Correttezza formale: 9.5/10
Niente da segnalare sotto questo punto di vista, complice anche la brevità del componimento. C'è solo un “perchè” invece che “perché”, ma è un errore che, per la pigrizia di premere shift, commetto spesso anch'io. Per il resto, tutto okay.
Stile: 7.5/10
La caratteristica principale di una drabble, proprio per la brevità che la caratterizza, dev'essere una certa incisività; purtroppo, qui manca. Lo stesso concetto è ripetuto così tante volte che, alla fine, perde di significato. Anche il nome -A, che compare diverse volte quasi a sottolineare l'ossessività della sua persecuzione ai danni delle Liars, viene ripetuto sei volte in quattro righe: è decisamente troppo anche per il fine stilistico che credo ti fossi proposta.
Inoltre non mi è piaciuta molto la scelta di mettere le alternative al sesso di -A. Capisco che esso sia avvolto nel mistero, ma la scelta di inserire proprio la barretta tra una possibilità e l'altra fa pensare più ad un modulo prestampato che ad una storia. Avresti potuto rimarcare l'ambiguità del personaggio in modo migliore. Sarebbe bastato, per esempio, svolgere la frase in questo modo, piuttosto che con
“E' riuscita/o a farvi portare in commissariato e sapete che non uscirete di lì tanto presto” : “E' riuscito – o forse dovreste dire “riuscita”? - a farvi portare...”
Ci sono anche alcune ripetizioni, ad esempio la parola “città”, cosa che andrebbe evitata più che mai quando si tratta di una drabble.
La conclusione, in particolare, avrebbe dovuto essere più incisiva. Dopo una sequenza di frasi brevi piuttosto efficaci, hai chiuso con un periodo, tutto giocato sulla paratassi, che con tutte le sue congiunzioni ha davvero poco mordace: una frase che sarebbe potuta andare bene in un altro punto della storia, ma che, in una posizione enfatica come quella finale, avrebbe dovuto essere più di rilievo.
Originalità: 7.5/10
In questo campo ti ho penalizzato per due motivi. Il primo è stato la tua scelta di mostrare, e in maniera anche poco approfondita, il leitmotiv della serie, che è la persecuzione di -A ai danni delle Liars, che non è certo lo spunto più originale da cui partire. Il secondo è stato il fatto che tu abbia deciso di ambientare la drabble proprio alla conclusione della programmazione estiva, ossia nel momento più ovvio a cui si potesse pensare.
Caratterizzazione dei personaggi: 7.5/10
Qui il punteggio è basso perché una vera e propria caratterizzazione dei personaggi non è presente. E' vero, lo spazio offerto da una drabble è esiguo, e non dà molto spazio all'autore per approfondire il carattere del personaggio. Tuttavia, ad averti precluso una valutazione migliore, è la mancanza di individualità all'interno della fic. Le Liars non vengono presentate nelle loro peculiarità, al contrario non c'è alcun accenno a tutte quelle caratteristiche che le rendono tutte così diverse l'una dall'altra, poiché ad essere messa in luce è solo il tratto comune di essere perseguitate da -A. In una narrazione collettiva si perde la personalità di ogni protagonista, ed emergono soltanto la paura e l'esasperazione per la tortura che stanno subendo dall'inizio della serie. Questo è senz'altro un tratto importante all'interno della trama, ma credo che avresti potuto ottenere un punteggio più alto in quanto a caratterizzazione dei personaggi se avessi trattato di una Liar in particolare, o se, decidendo di parlare di tutte e quattro, l'avessi fatto più ampiamente, dando ad ognuna il suo spazio.
Utilizzo del prompt: 4.5/5
Il prompt è presente e ricopre un ruolo importante all'interno della drabble. L'interpretazione non è forse delle più originali, ma è innegabile che tu l'abbia usato come base da cui partire per elaborare la storia, ed era proprio questo che volevo vedere.
Gradimento personale: 3/5
A discapito della posizione in classifica, questa drabble non mi è dispiaciuta. Non l'ho trovata particolarmente significativa, ma è scritta correttamente e fedele allo spirito del telefilm. Ci terrei quindi a ricordare che lo standard di questo contest è molto alto, perciò un lavoro come questo, che non è affatto male, è finito tanto in basso.
Personalmente, definirei questa drabble “senza infamia e senza lode”. Considerata la tua padronanza della lingua e la correttezza formale che hai dimostrato, credo proprio che tu abbia tutti i requisiti per dar vita a lavori molto interessanti, e che, purtroppo, questa volta non abbia dato il meglio di te.
Totale: 39.5/50
***
Nona classificata
"Il pirata, la ragazzina e la bambina" di l u l l a b y
Fandom: The Vampire Diaries
Punteggio: 41/50
Correttezza formale: 8.5/10
Non ho molte cose da farti notare. La storia è generalmente corretta, ma, rispetto ad altre tue one shot che mi è capitato di leggere, questa presenta alcuni errori che di solito non commetti. In particolare, ad incidere in maniera massiccia sul punteggio sono stati dei tempi verbali errati. Il primo esempio è questo:
"La loro avventura non terminò con uno semplice “e vissero tutti felici e contenti”. Dato che la narrazione si svolge nel momento in cui Mark ha già lasciato Liz, sarebbe stato corretto utilizzare un trapassato prossimo.
Più avanti scrivi:
“Ricordò quella volta in cui la bambina uscì dalla sua cameretta con le mani sui fianchi e un’espressione di rimprovero sul viso.” Anche in questo caso avresti dovuto usato il trapassato per esprimere l'anteriorità del fatto ricordato rispetto al momento in cui si svolge la storia. Viceversa, un paio di righe dopo, utilizzi il trapassato al posto del passato remoto, quando la narrazione è già tornata al presente, con il risultato di confondere le idee al lettore:
“Nemmeno Caroline, in quel momento, si era sentita abbastanza forte per spalancare la porta e urlare contro i giornalisti fastidiosi.”
C'è poi qualche svista a livello di punteggiatura. Oltre a qualche virgola mancante, c'è un errore più serio, che è l'uso consecutivo in uno stesso periodo di due due punti (perdonami l'inevitabile gioco di parole):
“Nessuno si sarebbe preso la briga di acquistare un libro del genere: la gente tende a fantasticare guardando film e leggendo libri: non va alla ricerca di storie senza il tanto acclamato “lieto fine”.”
Sono presenti anche alcuni errori di battitura o distrazione: per esempio un “rilevato” al posto di “rivelato” e una minuscola a inizio periodo – anche se preceduta dai puntini di sospensione, una frase a sé vuole la lettera maiuscola. Per il resto, non ho nulla di particolare da segnalare.
Stile: 7.5/10
A livello stilistico, la storia presenta qualche pecca di più. Principalmente, il problema più frequente che ho riscontrato riguardo il lessico: spesso ci sono delle espressioni un po' infelici, che fanno storcere il naso al lettore ed abbassano la qualità di un intero periodo, come, ad esempio,
“capelli biondicci e scombinati”. Molte volte infarcisci ogni espressione di troppi dettagli, con l'unico risultato di appesantire la lettura: io sono sempre a favore delle descrizioni accurate, ma non è obbligatorio accostare a ogni sostantivo un aggettivo, anzi. Talvolta, al contrario, la dovizia di particolari porta a delle ripetizioni che avrebbero potuto essere aggirate con facilità. Per esempio, all'inizio dell'ultima facciata, il termine “orecchio” viene ripetuto due volte in una riga e mezzo; la seconda volta la ripetizione avrebbe potuto essere facilmente evitata, mentre nella prima frase scrivi
“sussurrò ad un orecchio della madre”. Ora, dato che si può sussurrare solo ad un orecchio per volta, la specificazione non era necessaria.
L'impressione generale che si ricava da una lettura accurata – badando quindi molto all'aspetto formale oltre che a quello contenutistico – è che spesso tu accosti le parole in maniera molto intuitiva e poco ragionata, facendoti talvolta prendere un po' troppo la mano e originando espressioni superflue o poco chiare. Una stesura più cauta potrebbe sicuramente risolvere questo problema. Spesso questo tuo modo di scrivere “a getto” ti porta anche a commettere qualche imprecisione a livello di senso. Ti cito questa frase come principale espressione di questa tendenza:
“...Mormorò la piccola, un occhio rivolto allo schermo e l’altro intento ad osservare di sbieco il volto della mamma.” Se io immagino la scena così come l'hai descritta, mi sovviene l'immagine un po' raccapricciante di una piccola Caroline affetta da strabismo: dato che non credo proprio questo quello che volevi intendere, capirai da te che non hai scelto le parole migliori per esprimere il concetto che avevi in mente.
Similmente, in altri punti ci sono frasi che non “filano” al meglio, risultando alla fine un po' confuse: di nuovo intuisce una certa difficoltà, talune volte, a trovare il modo migliore di mettere su bianco il concetto.
Anche in questo caso, ti faccio un esempio:
“Così, dopo un iniziale tentativo di imitarla, Elizabeth aveva finito col diventare l’opposto di Rebecca: capelli corti e scompigliati, sguardo furbo, vestiti larghi, niente toeletta nella camera, ma una vasta libreria che occupava l’intera parete, sogni in un cassetto che minacciava di scoppiare, il desiderio di una vita in cui nessuno si aspettasse ancora di più da una come lei.”
Il periodo fila benissimo fino a “sogni in un cassetto”; le ultime due proposizioni mal si agganciano al resto della costruzione sintattica ed esprimono in maniera sbrigativa un concetto che avrebbe potuto perfettamente avere una frase tutta per sé.
Mi sembra comunque doveroso ricordare, soprattutto agli altri partecipanti che forse non lo sanno, che sei davvero giovanissima e che per la tua età scrivi davvero molto bene; diventerai padrona di una maggior padronanza stilistica con l'andar del tempo e con tanta pratica!
Originalità: 9.5/10
In questo campo non posso far altro che darti un punteggio alto! Hai parlato di un personaggio trascuratissimo dal fandom come Liz Forbes e l'hai fatto in un momento in cui ancora non era adorata dall'universo intero per il suo comportamento da mamma chioccia (quel “Hello Bill” resterà nella storia!).
Inoltre ti sei concentrata proprio sul suo passato e sulle sue delusioni personali, anziché trattare l'argomento ben più prevedibile del rapporto con la figlia vampira. Si vede, dai numerosi dettagli che hai inserito, che hai molto a cuore il personaggio e che ti sei impegnata per creare un background credibile. Tuttavia, la tua storia, per quanto originale, in alcuni punti pecca di verosimiglianza, ma ne riparleremo più avanti.
Caratterizzazione dei personaggi: 8.5/10
Come già detto, ho apprezzato molto il fatto che tu abbia inserito degli elementi innovativi nel passato di Liz; il contesto che hai creato, però, è così originale che mi sono trovata in seria difficoltà a valutare l'IC del personaggio. Tutto sommato la tua Elizabeth ribelle, quasi messa in ombra dalla sorella, è credibile, nonostante a tratti si abbia quasi l'impressione di leggere di un personaggio originale.
Su Caroline non mi esprimo: non sono una campionessa nel valutare la psicologia del bambini e, non essendone specificata l'età, non saprei dire se certe sue espressioni siano adeguate o meno agli anni che ha. Talvolta la sua caratterizzazione mi è sembrata leggermente “forzata”, ma si tratta solo di un'espressione, non di una reale pecca a livello di trama.
Utilizzo del prompt: 4/5
Il prompt c'è, è stato correttamente inserito e riveste un ruolo abbastanza importante all'interno della storia. Direi che, per essere alla tua prima esperienza con una sfida di questo tipo, tu te la sia cavata abbastanza bene. L'interpretazione del prompt si lega di nuovo con il discorso della credibilità, e, ora che siamo arrivati al gradimento personale, forse è il caso di affrontarlo.
Gradimento personale: 3/5
Il motivo principale perché il tuo punteggio in questo campo non è molto alto è che alcune tue scelte narrative mi hanno lasciata un po' perplessa; non essendo presente una voce di valutazione della trama, mi trovo a dover esprimere le mie perplessità in questa sede. Per quanto mi sia piaciuto leggere di una Liz distrutta dal divorzio e dall'abbandono da parte del marito, mi è sembrato un tantino esagerato che la donna fosse addirittura assediata da giornalisti insistenti, neanche si trattasse di una famosa celebrità. Ora, tu stessa hai ricordato all'interno della storia che nelle piccole cittadine come Mystic Falls ogni pettegolezzo attira l'attenzione di tutti, e fin qui fila tutto; ma da queste premesse al rappresentare una Liz che fugge dai cronisti ce ne passa. A Mystic Falls ci saranno sì e no una televisione locale (quella di Andie, Fell e compagnia bella), una gazzetta del paese e, esagerando, il giornalino della chiesa; non penso proprio ci sia questo sovraffollamento di giornalisti xD E poi un interesse del genere avrebbe forse potuto essere giustificato se si fosse trattato dei Lockwood, dato che Richard era il sindaco; ma per lo sceriffo dubito sentitamente che si siano smossi tutti i giornalisti della contea. Avrei trovato decisamente molto più credibile un contesto in cui Liz cerca di sfuggire alle maldicenze di paese, ai pettegolezzi delle altre mamme, a una Kelly Donovan che mette in giro false voci di ogni tipo; così come l'hai presentata, la trama ha basi poco solide, ed è un peccato dato che il soggetto in sé è molto interessante.
Nonostante ciò, questa resta una storia originale e generalmente corretta, che di certo può offrire qualche nuovo spunto interessante al fandom.
Totale: 41/50