00 20/10/2018 00:56
Scanagatta inoltre (nel suo pezzo su Ubitennis) dice una cosa secondo me giusta.

L'erba, nonostante i cambiamenti del terzo millennio (che hanno riguardato anche le altre superfici naturalmente), è la superficie dove il servizio incide di più.
E benchè anche in Australia ed a Parigi si sono verificati match terminati con un long set, questi rappresentano un'eccezione molto più rara che sui campi londinesi.

Quindi la scelta, peraltro non estrema ma "a metà", degli organizzatori, è più giustificata.
Anche perchè, altra cosa che sottolinea Scanagatta, quasi sempre chi vince una maratona perde al turno successivo o cmq dissipa parecchie energie ed in qualche modo "falsa" (passate il termine) il prosieguo del suo torneo.

Ora mi potrete rispondere "eh ma se non è riuscito a battere l'avversario in meno tempo che colpa ne hanno i suoi rivali dei turni successivi?".
Si, tecnicamente è giusto, ma appunto...ci sono anche gli avversari.

Non si può certo incolpare Anderson di averci messo troppo a battere Isner, o Isner di non aver brekkato prima Mahut a suo tempo.
Anche per la tipologia di partita.

Io al limite avrei introdotto il tb sul 12-12 (o cmq su un punteggio di parità più "avanzato" rispetto al 6-6), magari esentando la finale da questa regola, visto che appunto si tratta dell'ultima partita quindi non c'è un turno successivo a cui pensare (anche perchè la settimana dopo uno Slam il vincitore e finalista non giocano praticamente mai, a meno che non si tratti di Thiem o dei tornei in erba dopo il RG, ma sempre più spesso capita che i finalisti di Parigi diano forfait o non vadano troppo lontano).