00 19/01/2019 14:35
Sul fatto che ci sia più "dramma" (che a volte però sfocia nel melodramma) siamo d'accordo ovviamente.

Il fatto è che il tennis femminile è arido di varietà. E' vero che anche quello maschile si è uniformato, ma c'è nettamente un "mix" più eterogeneo, anche classificando i giocatori in due grandi macro-categorie quali "attaccanti da fondo" e "difensori da fondo".

Ma il punto non è neanche questo. Mi sta bene che provino tutte a giocare tirando sportellate da fondo senza una grossa componente tattica, così come posso accettare le ributtine, seppur di livello mondiale, tipo la Kerber o anche Halep e Wozniacki.

Quello che non mi piace assolutamente è la mancanza di continuità anche fra l'elitè del tennis.
Cioè il fatto che la numero 1 o la 2 possano perdere al primo/secondo turno di uno Slam, per me non è necessariamente sintomo di spettacolo ed interesse. Imprevedibilità certamente.

Ma non amo situazioni tipo quella degli ultimi US Open, in cui solo 2 delle prime 8 del seeding sono approdate alle semifinali.
Non so, più si va avanti e più ogni Slam femminile mi da la sensazione che possa essere determinato dal fatto che una giocatrice indovini le due settimane buone.
Inoltre i continui ricambi non soltanto al numero 1 ma nella top 10 in generale, sono semmai indice del fatto che in questo "macrociclo" tennistico assistiamo a tantissimi "microcicli" frammentati e che si ripetono costantemente.

Un anno fa Kerber era numero 22 del Mondo, adesso è tornata numero 2. Muguruza l'anno scorso era tds n. 3, ora è n. 18, e così via.
Voglio dire, per me è indice di mediocrità che si alterna ad altra mediocrità.
Non pretendo certo di vedere sempre Djokovic, Nadal e Federer al numero 1, 2 e 3, però mi sta bene che siano loro i favoriti dei grandi tornei, pur con il rischio che uno o due possano perdere prematuramente. Ma poi sai che nell'appuntamento successivo saranno di nuovo tra i favoriti.