00 09/11/2017 22:06
Nadal ha sciolto ogni dubbio: sarà in campo alle Finals, con l’unico obiettivo della vittoria. Il ginocchio malandato, quello che l’aveva costretto al ritiro a Bercy, pare abbia risposto bene. Le parole rassicuranti del numero uno del mondo arrivano direttamente da Londra, raccolte dall’agenzia EFE: “Se sono qui è per giocare e per vincere. Non mi sarei presentato senza la convinzione di essere competitivo. Lavoro ogni giorno per il mio unico obiettivo: conquistare il torneo”. Il tendine in sofferenza, testato senza fasciatura sul campo d’allenamento del Queen’s, pare abbia dato risposte confortanti. L’ossessione di Nadal – non esageriamo con le parole – resta quella di portare a casa un torneo per lui storicamente stregato. “Se scendo in campo è per dare il meglio di me, lo farò anche qui al Masters non facendomi influenzare dai risultati negativi degli anni scorsi”.


Tra gli otto in campo a Londra, lo spagnolo è quello che ha disputato il maggior numero di partite durante la stagione. Una scelta consapevole, da leggere anche in proiezione verso l’epilogo più atteso. “Ripeto – prosegue Rafa – sono qui per vincere la finale, se sarà contro Federer meglio ancora. Non ha senso confrontare il calendario di impegni mio e di Roger, perché ciascuno di noi deve rispondere alle esigenze del proprio corpo e della propria mente. Ciò che sta bene a me può non essere utile a lui, e viceversa. Il mio 2017 è stato emozionante e mi rende orgoglioso, ma non credo si tratti della miglior stagione della mia carriera“. Nei confronti del sorteggio l’occhio di Nadal è sembrato forzatamente distratto. I commenti non vanno oltre l’ordinario, anche quando qualcuno gli fa presente che il Gruppo Sampras non ha le sembianze di un ostacolo invalicabile. “Al Masters si ragione come agli Slam – puntualizza Nadal – ci sono di fronte i migliori otto dell’anno, a rendere più o meno abbordabile il sorteggio sarà solo il livello di gioco espresso. Se non sei al top della condizione, è quasi impossibile far bene”.


Giusto per sciogliere qualche dubbio, qualora ci fosse. Io non avevo dubbi sul fatto che avrebbe partecipato, ne ho molti di più sulle dichiarazioni bellicose che fa. E' ovvio che non può dire "vengo perché devo ma sto malissimo", però a Bercy mi ha fatto una pessima impressione e non so se siano bastati questi pochi giorni per "guarire". Speriamo bene, un Rafa competitivo almeno fino alla finale con Roger è l'unica speranza di emozioni in questo torneo altrimenti scontatissimo e senza hype.