No, i "costi" dello smartworking devono essere a carico dell'azienda e comunque ci sono altre strade oltre a fornire a tutti un pc fisico, all'azienda basterebbe un server fatto col verso che ospita macchine virtuali alle quali ci si collega in desktop remoto tramite VPN, cosa che comporterebbe un risparmio netto per l'azienda considerevole, oltre ad un impatto ambientale da non sottovalutare.
Questo permetterebbe anche di "riciclare" tutti gli schermi dandoli in dotazione a chi magari a casa ha un portatile con lo schermo piccolo e vuole avere il doppio schermo, parallelamente a questo si dovrebbe migliorare l'infrastruttura di rete del paese (questo si che dovrebbe farlo lo stato).
Poi oh, non dico che dobbiamo per forza lavorare tutti da casa obbligatoriamente, ho dei colleghi che appena hanno potuto sono tornati a lavorare in ufficio (altri sono stati costretti, ma questo è un altro discorso), però chi si trova bene in una certa situazione dovrebbe poter continuare a lavorare nella situazione in cui si trova bene.
Sul tema dell'orario lavorativo (posto che dovremmo lavorare tutti di meno in generale) dev'essere un punto fermo almeno il non aumento delle ore di lavoro, così come la flessibilità dev'essere relativa al tipo di lavoro svolto... insomma anche l'eventuale passaggio ad un lavoro per obiettivi non deve essere la scusa per farmi lavorare più ore di adesso col ricatto che altrimenti mi togli lo smartworking.
[Modificato da Porbia. 23/06/2020 23:57]